9° rassegna Nivul e Sogn teatro poetico- 1° appuntamento: “Fame di Sogno”

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 Testo teatrale di Miriana Ronchetti liberamente tratto dal “ Sogno di una notte di mezza estate” by William Shakespeare   

  Interpreti del corso adulti 1° anno: Alessandra Dessì  – Chiara Bedetti – Fortunella Scerra – Francesco Pettignano  -Laura Catelli  – Marilena Ghezzi- Nunzio Nasti – Teodoro Curcio. Partecipa Roberto Poncetta.Le giovani allieve del corso teatro ragazzi: Alice Curti-Elisa Mancuso- Federica De Santis Sara Petrovic.

Questo testo vuole fare incontrare sulla scena, in un sogno, i sentimenti e regalare loro una parte da interpretare per dare loro energia, forza vitale, anima. I sogni, possono mettere in evidenza la nostra forza e la nostra debolezza, ci mettono in contatto con i sentimenti e le emozioni più profonde.L’universo dell’intera umanità è fatto di realtà ma soprattutto di sogno e quando questi mancano o si perdono o non si incontrano, allora l’uomo si indebolisce, svilisce, è infelice, si perde.E tutto muore.

E’ un testo che sento particolarmente vicino alla filosofia di teatro arte, al mio modo di intendere la vita. Coloro che verranno a vedere “FAME DI SOGNO” non devono assolutamente aspettarsi una messa in scena classica e lineare, né recitazione che mette in risalto solo la parola, anzi questo riadattamento va inteso sull’insieme delle tecniche attorali: gesto, mimica, spazialità. Approdiamo dunque a Shakespeare per superare la banalità delle apparenze e far trionfare l’invisibile, il sognante; per abbattere la “mania” delle perfezioni apparenti.

Il teatro dell’assurdo ci insegna molto e in una società come la nostra nulla ha più significato se non le sensazioni pure che noi susciteremo; solo quelle, non le parole che una volta ascoltate si dimenticano o si interpretano a modo proprio.Le sensazioni rimangono, così come le immagini che creeranno gli attori.Ognuno, per come è riuscito a fare e “dare” in questo anno di scuola di recitazione, portando il meglio di sé con fatica e volontà, scoprendo il mondo infinito del “fare teatro”. E’, questo, un adattamento basato sul rapporto tra uomo e natura, sulla bellezza dell’interpretazione, sugli istinti e sull’irreale che c’è in ognuno di noi.

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